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Promessa di sangue – Brian McClellan

Di Lettrice Per Passione
13 min

«L’epoca dei monarchi è morta. E l’ho uccisa io.»

Tamas

Ho deciso di pubblicare le recensioni dei libri appartenenti a questa trilogia separatamente.
Sono libri complessi, estremamente densi di contenuti, seppur molto scorrevoli.
«Promessa di sangue» è il primo libro della trilogia dei Pulvimanti, scritto da Brian McClellan, tradotto da Gabriele Giorgi e pubblicato da Mondadori, per la collana «Oscar Fantastica».

Inizialmente sono stata un po’ titubante, circa questo libro. Avevo acquistato solamente il primo, poco dopo la pubblicazione in Italia, ed è rimasto sulla mia pila della vergogna per praticamente due anni e mezzo. Alla fine mi sono detta: ma perchè devo lasciarlo lì? Diamogli una chance! Dopo l’annuncio dell’uscita del terzo ed ultimo libro di questa saga, mi sono fatta coraggio e l’ho iniziato.
Ancora mi domando perchè non l’abbia fatto prima.
Probabilmente me ne sarei pentita, a leggerlo subito dopo averlo acquistato, e avrei passato il tempo a contare i giorni che mi aspettavano dalla pubblicazione del secondo e del terzo volume.
Questo primo libro è davvero spettacolare.
Mi sono sentita catapultata in un mondo totalmente nuovo, carico di emozioni, di colpi di scena e anche di strategia e di riflessioni.

Ci troviamo ad Adro, dove un regno è stato rovesciato dal colpo di stato del Feldmarescallo Tamas, comandante di un esercito composto da Pulvimanti. Il re Manhouch è stato detronizzato e con lui tutta la nobiltà del regno, insieme alla congrega di Privilegiati che era ai suoi ordini. L’obiettivo di Tamas è di rendere Adro libera, quando il re voleva stringere un accordo con la vicina Kez, per sottomettersi ad essa. Gli obiettivi del feldmaresciallo sono semplici, o almeno, così possono sembrare: dare la nazione di Adro al popolo, creare una sorta di democrazia, sebbene a cospirare con lui ci siano i Nove, per l’appunto, personaggi illustri che fanno parte della popolazione di Adro – il capo di un sindacato importante, un criminale, una donna facoltosa, un vescovo, il capo dell’università, un sovrintendente,
La domanda che sorge spontanea è: ma cosa è esattamente un pulvimante? Beh, la risposta è semplice. Un uomo o una donna che ha in sé un briciolo di potere magico, che serve a controllare la polvere da sparo e che dipende proprio da essa. Fanno parte di una società dove esiste una scala sociale di popolo, media borghesia, nobiltà. Oltre ai Pulvimanti, ci sono altre sfere di magia che vengono spiegate man mano che la narrazione va avanti: i Prodigiosi, coloro che hanno in sé un prodigio, una caratteristica piuttosto particolare, come ad esempio la non necessità di dormire, l’individuazione di determinati tipi di magia, essere dei cuochi provetti, e via dicendo. Ci sono poi i Privilegiati, coloro che manipolano la magia a loro piacimento, incanalando il potere che hanno nel sangue sfruttando gli elementi – aria, terra, acqua, fuoco, etere – per plasmare incantesimi che sono capaci di distruggere un’intera città. Gli Spezzamaghi sono diventati rarissimi: sono coloro che riescono a spezzare qualsiasi magia, compresa quella dei Privilegiati. Solitamente vengono impiegati per dare la caccia a questi ultimi.

All’indomani del colpo di stato, Tamas si ritrova a governare una nazione minacciata da più lati da altre nazioni, soprattutto dal territorio di Kez. Si trova una profezia tra capo e collo e assolda un investigatore, Adamat, per poter scovare il traditore che si cela tra le fila dei suoi fedelissimi, coloro che l’hanno aiutato a organizzare il colpo di stato.

Oltre a Tamas e al suo consiglio, troviamo Taniel Due-Colpi, figlio del Feldmaresciallo, chiamato in questo modo perchè gli bastano due colpi per uccidere un Privilegiato, e non di più. Si accompagna a Ka-Poel, una ragazza che fa parte dei Dynize, una tribù che conosce la magia ed è stata sterminata per la maggior parte. Si avvale della nomea di protettrice di Taniel, e lui fa lo stesso con lei. La loro storia si sviluppa poco, in questo libro.
Tutto è incentrato su una profezia e sul mantenimento della calma cittadina, dopo che il re e la maggior parte dei nobili sono stati giustiziati.
Le trame però sono molte, gli intrighi ancora di più, la promessa di Kresimir è stata infranta e una Privilegiata con un potere immenso, che però non faceva parte della congrega del Re, sta creando parecchi problemi e sembra che sia in combutta con uno dei nobili di Adro che vorrebbe resistere e riportare le cose com’erano, mettendo sul trono un erede della nobiltà nascosto da una lavandaia.

Tamas incarica Taniel di trovare la Privilegiata che ha ucciso gran parte dei suoi Pulvimanti, e per farlo si avvale di uno Spezzamaghi e di una Privilegiata fedele a Tamas. O almeno così sembra. Il figlio del Feldmarescallo si trova invischiato in qualcosa di più grosso: viene mandato a Spallacorona, per rintracciare l’ultimo privilegiato ancora in vita, Borbador, e quando lo trova, lo stesso Taniel viene a conoscenza di fatti che gli sembrano assurdi, ma che man mano che si abitua a vivere sul Picco di Kresimir, diventano più reali.

Adamat viene ingaggiato, come detto, dal feldmaresciallo per scoprire notizie su questa Promessa di Kresimir, sul possibile ritorno delle divinità ad Adro e non solo: c’è un traditore tra le fila dei Nove, e lo stesso Tamas rischia la vita. L’investigatore viene a conoscenza di molte cose: a quanto pare, Kresimir e Adom – la divinità di Adro – sono realmente stati risvegliati. Il primo si trova a Spallacorona, o meglio, sopra la cittadina, nella caldera, dove sorgeva la città di Kresimir. Risorge grazie al sangue di alcuni Privilegiati che vengono sacrificati per questa “giusta” causa e una volta risorto, Taniel Due-Colpi lo centra in un occhio, fracassandogli il cranio e facendo esplodere l’intera montagna. Sembra quasi che sia una brutta fine per il figlio del feldmaresciallo.

Come potete vedere, è tutto collegato, ed intricato al punto tale da appassionarvi alla lettura. Per me è stato così.
Questo libro è stato una sorpresa continua e non vedo l’ora di continuare la trilogia, per scoprire cosa accadrà in seguito a tutte le scoperte fatte. La traduzione di Gabriele Giorgi è davvero impeccabile: la lettura è molto scorrevole. Il worldbuilding è pazzesco, le descrizioni ancora di più, gli intrecci tra le varie vicende sono sensazionali. L’unica pecca è l’assenza di una descrizione dei personaggi, che sia prima dell’indice o in appendice, per cui il lettore si trova ad appuntarsi tutti i dettagli su un blocco, o comunque su qualsiasi supporto, per evitare di perdersi pezzi.

Non è un libro perfetto, questo è chiaro, ma è uno dei fantasy migliori che abbia mai letto in questi ultimi anni.
Ne vale assolutamente la pena!

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