Home Fantasy La Compagnia dell’Anello – J. R. R. Tolkien

La Compagnia dell’Anello – J. R. R. Tolkien

Di Lettrice Per Passione
11 min

«All that is gold does not glitter,
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king.»

Gandalf the Grey – Poem about Aragorn

Buonasera lettori della pagina!

Per il mio #gdltolkien50 per il mese di febbraio abbiamo letto «La Compagnia dell’Anello».
Essendo la mia diciassettesima lettura della trilogia di Tolkien, ho deciso di rileggerlo in inglese, per cui eccomi qui, con questa bellissima edizione di Harper Collins, che ha le illustrazioni di Alan Lee.

Niente da dire su questa spettacolare edizione, per me è una delle più belle mai fatte in questo senso dell’opera di Tolkien, insieme a quella italiana edita da Bompiani, sempre con le illustrazioni di Alan Lee.

Non voglio sindacare sulla traduzione – vecchia, nuova, obsoleta, fresca – non è questo il luogo per farlo.
Nel gruppo di lettura c’è chi ha letto la nuova traduzione di Ottavio Fatica, chi sta leggendo la traduzione di Quirino Principe, chi invece sta affrontando quella originale di Vittoria Alliata di Villafranca.
Tanto si è discusso su questo frangente che non ho intenzione di rovinare una bella recensione con una disquisizione.
Per cui mi limiterò ad analizzare l’opera in sé.

«La Compagnia dell’Anello» è il primo libro della trilogia del Signore degli Anelli, ed è suddiviso in due libri, come ben sapete.
La trama è inutile snocciolarla qui, del resto c’è chi ha già letto il libro, chi invece lo sta affrontando per la prima volta, ma bisogna dire anche che in rete si trova di tutto, dalla trama, alle opinioni in merito, agli studi e via discorrendo.

A mio avviso questo primo libro è il più bello dei tre, almeno per quanto riguarda le descrizioni, l’ambientazione, la presentazione dei personaggi. Ecco, su questo punto mi soffermo un po’ di più: Tolkien dice e non dice dei personaggi del Signore degli Anelli. Li descrive, li presenta a modo suo, con poche righe dove spiega che aspetto hanno, ma niente più. Quello che importa al Professore è proprio il contorno che accompagna tutti i suoi personaggi. Al punto ci arriva lentamente, analizzando un passo alla volta tutti i pezzi del puzzle che poi porteranno ad una risoluzione spettacolare, per cui chi affronta la lettura la prima volta resterà a bocca aperta, perchè probabilmente non si aspettava una scena di quel tipo.

Mi sono sentita dire che Tolkien è frettoloso nei combattimenti e nell’azione, cosa che in un high fantasy, come quello di gran parte dei suoi libri, non è importante: ciò che conta per il buon vecchio professore di Oxford è il contorno delle azioni che vengono svolte. Per lui è sempre stato importante descrivere le motivazioni per cui si è arrivati a quella determinata azione: ci arriva con indovinelli, con corollari di avvenimenti che servono a giungere a quello principale, che sembrano confluire proprio in quel determinato evento, passo dopo passo.

I personaggi sono complessi, sebbene in questo primo libro vengano descritti sommariamente: ciò a cui viene dedicato più spazio è proprio quella sorta di prologo molto lungo, che comprende quasi cinque capitoli, che serve al lettore per capire bene di cosa si sta parlando.

Questo non è «Lo Hobbit», una ricerca di un tesoro, un’avventura, una favola. Questo libro, tutta la trilogia intendo, è qualcosa di estremamente più complesso, dove i popoli della Terra di Mezzo vengono descritti, dove personaggi come Tom Bombadil, che all’apparenza sembrano non c’entrare nulla, hanno una motivazione di essere lì, in quel preciso capitolo, in quel determinato momento.

«La Compagnia dell’Anello» nasconde molti significati, forse pochi nomi e pochi personaggi – vi sembrerà di vedere sempre gli stessi – eppure è un inizio sfavillante, in cui viene descritto tutto ciò che serve per proseguire. Vengono affrontate moltissime tematiche: l’amicizia, l’amore, l’odio, l’ossessione, la separazione, la coesione, etc.
Sembrano tutti complementari gli uni agli altri e sono tutti collegati tra di essi.
Sono tematiche importanti che permeano emozioni che vengono percepite anche dal lettore, grazie alla penna di Tolkien: Frodo sembra essere uno sciocco, a voler portare l’Anello fino al Monte Fato, andando incontro ad un’impresa titanica. Non conosce la strada e si fa quindi aiutare dai suoi compagni: ne nasce un legame di amicizia profondo, persino tra individui di razze differenti, come Elfi e Nani, che sono in contrasto per un odio antico, che travalica le Ere del tempo che scorre nell’universo tolkieniano. Eppure si uniscono, convivono durante questo viaggio che li aspetta, si trovano ad affrontare pericoli inimmaginabili e a camminare nell’oscurità con l’unica fiammella di una guida improbabile a condurli fuori dalle tenebre. Tenebre che si avviluppano ai loro cuori, che li fanno entrare in contrasto tra di loro, a volte, ma i compagni sono sempre quelli, presenti, per poter aiutare Frodo Baggins in questa impresa.

Non ho preferenza tra i tre libri, mi piacciono tutti.
Sono, però, contenta che il gruppo di lettura abbia coinvolto persone che ancora non avevano letto questo libro, e che stanno scoprendo le gioie e i dolori di Tolkien, insieme a me e agli altri lettori.
Il viaggio continuerà senz’altro.

Dai un'occhiata anche a...