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La lingua delle spine – Leigh Bardugo

Di Lettrice Per Passione
10 min

«Vedi, alcune persone nascono con dentro un pezzo di notte, e quel vuoto non potrà mai essere riempito, neanche con tutto il buon cibo e il sole del mondo.»

Ayama

Con questa citazione apro la recensione di questo libro che avevo sulla pila da un po’ e che ho aspettato a leggere perchè avevo bisogno del momento giusto.
Avevo intenzione di comprare questo libro in inglese, o quantomeno di comprare la raccolta delle fiabe che riguardano il Grishaverse in lingua originale, poi Mondadori se ne esce con questa edizione spettacolare e che si fa? Non la compri?
Per chi è appassionato del Grishaverse, questo libro non può mancare tra i vostri scaffali: primo, perchè l’edizione è davvero spettacolare; secondo perchè le fiabe sono davvero bellissime (alcune più di altre); terzo, perchè comunque è un libro di Leigh Bardugo e, per quanto il Grishaverse sia considerato un libro da giovani lettori, non smetterei di consigliarlo, soprattutto per la dilogia dei Corvi e quella di Nikolai (non tanto per la trilogia di Tenebre e Ossa).
Questa edizione ha delle illustrazioni metodiche, bellissime, che accompagnano il lettore nella fiaba, perchè si parte dal nulla fino ad arrivare ad un’illustrazione completa: pagina dopo pagina, viene aggiunto un pezzettino che serve a far quadrare la storia. La mano è della talentuosissima Sara Kipin.

Il libro è composto da sei fiabe che riguardano tutti i territori del mondo Grisha: ne abbiamo una di Novyi Zem, tre di Ravka, una di Kerch e una di Fjerda.

In ordine abbiamo:

Ayama e la foresta di spine – questa è la fiaba che mi è piaciuta più di tutte, insieme all’ultima. Parla di Ayama, una bambina che viene trattata alla stregua di una sguattera, in confronto alla sorella che viene riverita e istruita per poter sposare il principe. Ayama, per salvare il suo villaggio, minacciato da un mostro, è costretta ad affrontare una foresta di rovi e ad incontrare la bestia. Un mostro che porta con sè, legata al collo, una collana d’oro tempestata di rubini e che ha una storia davvero singolare.

La volpe troppo astuta – inizialmente pensavo che questa storia riguardasse in qualche modo Nikolai Lantsov, visto che viene soprannominato in questo modo, e in qualche modo, a mente fredda si può anche pensare che il suo soprannome derivi da questa fiaba. Parla davvero di una volpe, Koja, che con la sua astuzia deve avere la meglio su di un cacciatore, Lev Jurek, che viaggia con la sorella Sofiya. La volpe dovrà essere molto astuta per riuscire a sgominare la coppia, la cui crudeltà non ha fine.

La strega di Duva – questa fiaba è davvero inquietante. A tratti ricorda quella di Hansel e Gretel. Parla di una ragazza, Nadya, che diventa l’apprendista di una strega, Magda, quando fugge da casa sua, perchè il padre, un brav’uomo, dopo la morte della madre di Nadya sposa una donna dai dubbi natali, Karina. Così la ragazza inizia ad imparare i rudimenti delle cure e dei veleni, così come qualche incantesimo. Medita di vendicarsi di Karina, che è accusata, nella mente di Nadya, della scomparsa di alcune ragazze dal villaggio in cui viveva. La storia prende una piega inquietante e differente da quello che potete pensare.

Piccola lama – anche questa favola mi è piaciuta particolarmente. Parla di una principessa che è costretta a scegliere un pretendente per potersi sposare ed ereditare il regno di suo padre. Il padre pone delle condizioni particolari affinché questo possa avverarsi e un ragazzo vestito di stracci, che però è uno Scuotiacque, grazie all’aiuto del fiume, riesce a superare le prove. In realtà, il potere del fiume non vuole fare altro che liberaresi e vendicarsi di essere stato arginato tramite una diga. Quale sarà, alla fine la scelta della principessa?

Il principe soldato – questo racconto rimanda alla favola dello Schiaccianoci, o almeno questa è l’impressione che ho avuto leggendola. Droessen è un orologiaio, un Fabrikator, che mette nelle sue creazioni tutto il proprio potere, riuscendo ad ideare e a dare vita a numerose piccole meraviglie. Questo per fare colpo sulla giovane ragazza della famiglia Zelverhaus, di cui è innamorato. Questo porta alla creazione di un soldato che ha un’anima propria e che vorrebbe fare colpo su una ballerina. Ha un armadio pieno di giochi che si animano, il giovane Droessen, ma tutti questi balocchi riusciranno a farlo felice? Riuscirà la bambola vivente a liberarsi del suo creatore?

Quando l’acqua cantò fuoco – questo, in assoluto, è il racconto che mi è piaciuto più di tutti. Parla di una sirena che è così ambiziosa da utilizzare il proprio potere per conquistare la corte. È una favola che parla di magia, di tradimenti e di audacia. Le protagoniste sono Ulla e Signy (Ulla è il diminutivo di Ursula, per darvi un indizio). Entrambe sono molto potenti, soprattutto quando cantano – il famoso canto delle sirene, praticamente – e sono molto legate tra di loro; decidono di sfidare la sorte con un incantesimo che si rivela un azzardo. Cosa accadrà alle due amiche, quasi sorelle, sta a voi scoprirlo. Vi basti sapere che il loro canto scatenerà una catastrofe.

È stata una bella lettura, davvero interessante, soprattutto perchè mi ero già fissata di comprare il libro in inglese e invece ne è uscita questa edizione spettacolare.

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