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Maldoror – Il Principe Fauno – Philippe Lechermeier

Di Lettrice Per Passione
10 min

«Se il caso non è altro che una lingua dimenticata da tutti, come spesso ripeteva Pepina, allora la fortuna è solo una canzone di cui nessuno conosce le parole.

Philippe Lechemerier

Eccoci qui con la recensione del secondo volume di Maldoror: Il Principe Fauno.
Non vi parlerò della leggenda, quella starà a voi scoprirla, come anche la dedica che mi ha fatto l’autore, Philippe Lechemerier, che prosegue, insieme allo stelo che racchiude la chiave della leggenda.
Infatti l’aletta interna riporta la seguente citazione: «Cerca il fiore del male, il fiore d’oro, troverari Maldoror…».
Come per il primo volume, anche il secondo è edito da L’Ippocampo Editore, con il progetto grafico di Charlotte Gastaut e la traduzione di Fabrizio Ascari.

Le vicende proseguono e dalla Siberia, dove erano giunti sul treno del Gran Cofto, di cui si sono lasciati indietro le sue minacce e i suoi scagnozzi, Anja ritorna a Vienna, si ricongiunge con i suoi genitori e vive una vita piuttosto normale, se così si può dire. Il violino è sempre con lei, ma non può utilizzarlo sempre, come vorrebbe, essendo troppo prezioso.
Pepina, Čavolo, Pjotr e Jørn si mettono in viaggio a loro volta, ma le strade sono separate e Anja ancora non riesce a credere alla leggenda di Maldoror. Pjotr, invece, si sta convincendo sempre di più, soprattutto dopo che ne ha appresa una parte da Pepina.

Sì, perchè la leggenda viene snocciolata poco alla volta, libro per libro, e in questo secondo volume si scopre la storia del Regno di Maldoror, del Re e della Regina, dell’erede di Maldoror, proprio perchè la Regina, incapace di dare un figlio al Re, fu ripudiata e il consiglio fece sposare due donne al sovrano, in maniera tale che ci potesse essere più certezza di avere un erede. Le due Regine tuttavia furono costrette a fuggire.

Tutto questo, i cinque amici lo scoprono durante una delle loro avventure, che li porta presso una chiesa dove dietro all’altare si trova un orologio misterioso, che si attiva con la melodia suonata da Anja con il suo Guarnieri.

Non vi dico di più! Il resto dovrete scoprirlo leggendo il libro.
Sappiate soltanto che in questo secondo volume il tema dell’amicizia si unisce ad altri temi più importanti, come quello dei transgender: sì, perchè il giovane Pjotr, per potersi introdurre nuovamente nell’edificio che ospita i Compagni della Vera Fede si deve travestire da donna, mentre Pepina deve fare il contrario, e si camuffa da giovane ragazzo, e a quanto pare entrambi si trovano molto bene in quel ruolo, tanto da irretire il capo della banda dei Cancellatori, che diventerà un elemento importante in questo romanzo.

Dunque, il libro non è affatto noioso: è carico di suspence, di avventura, nonostante sia un libro per ragazzi, e lo stile di scrittura lo dimostra ampiamente. È molto semplice leggerlo, ma è di una dolcezza inaudita per quanto riguarda le tematiche affrontate. Philippe Lechermeier riesce a far trasparire il suo pensiero in maniera molto fluida, condendo tutto con la leggenda che ha creato, quella del Regno di Maldoror.

Quindi, chi è il Principe Fauno?
Non vi posso dire molto, senza rivelarvi parte della trama, per cui vi posso semplicemente dire che è l’erede di Maldoror e che spetterà a lui trovare le porte che conducono al regno, ritrovandolo dopo tanta ricerca e soprattutto dopo che è stato tenuto nascosto così a lungo.
Il Gran Cofto crede di essere l’erede di Maldoror, è davvero fissato e quasi ossessivo nei confronti di questa ricerca, tanto che non lascia in pace il gruppo di amici – Anja, Pepina, Čavolo, Pjotr e Jørn. Quest’ultimo avrà un ruolo fondamentale nel proseguimento della storia.
La vicenda si svolge tra Vienna e Parigi, questa volta, e la città francese avrà un ruolo cruciale nel proseguimento della storia.
È tutto sempre legato al violino di Anja, il suo meraviglioso Guarnieri.

Chiaramente il libro ha le sue pecche: non è un romanzo perfetto: in questo secondo volume la trama si ingarbuglia sempre di più e secondo me, ad un certo punto, si arena un po’, ma poi sul finire riprende e vi lascerà senza fiato, proprio sul finale.
Pensate che viene menzionato anche il Titanic!
Non vi dico di più.

Anche questo secondo volume è arricchito da due appendici, oltre che da una mappa che segna il viaggio di Anja e della sua bislacca compagnia: la prima è un «Dizionario delle persone bizzarre e dei comportamenti strani» la seconda parte degli arcani dell’Indomani.

Correte a leggere questa fantastica leggenda e le avventure ad essa collegate. Ne vale assolutamente la pena.

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