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Maldoror – Altranotte – Philippe Lechemerier

Di Lettrice Per Passione
9 min

« Vera, cette histoire est pour vous, [I] elle vous emmenera dans des contrées lointaines, [II] à la recherche d’une légende oubliée, ma légende. [III]»
«Vera, questa storia è per te, ti porterà in terre lontane, alla ricerca di una leggenda dimenticata, la mia leggenda.»

Philippe Lechemerier

Apro la recensione del terzo libro di questa trilogia con la dedica che l’autore, Philippe Lechemerier, mi ha fatto al Salone del Libro, quando ho fatto autografare tutti e tre i volumi acquistati allo stand di L’Ippocampo.
A parte il fatto che sono collegati, perchè la prima parte, contrassegnata da [I] è inserita sul primo volume, e così via, per tutti e tre. Il tutto è collegato da un petalo vero, incollato sul primo volume, da cui parte lo stelo del fiore, che continua per tutti e tre i volumi. Ho messo anche la traduzione, nonostante il significato sia facilmente intuibile.

C’è un perché a tutto questo: il fiore d’oro e il suo stelo, quello che permette di trovare il Regno di Maldoror.

Quindi, questo terzo volume dove si svolge esattamente? Avevamo lasciato i nostri giovani amici in Francia, proprio perché hanno inseguito il violino – potete andare qui per la recensione del primo volume e del secondo volume.
Li ritroviamo in America. Già in America, nel 1912. Questa data vi dice qualcosa? Beh, non posso svelarvi tutto, altrimenti che gusto c’è?

Detto questo, dovete sapere che per raggiungere Maldoror è necessario trovare Altranotte, una sorta di passaggio tra due mondi.
Questo terzo volume è denso di avvenimenti: è anche più corposo di quelli precedenti. Se il primo superava di poco le 350 pagine, il secondo invece si avvicinava poco oltre le 300, questo ultimo volume è di 400 pagine e permette al lettore di trovare finalmente il bandolo della matassa.

Ritroviamo tutti i nostri protagonisti: Anja, Pjotr, Pepina, Čavolo e Jørn, ognuno con le proprie storie, le proprie peripezie che li hanno portati oltreoceano. Cercano Altranotte, Ozernai, come viene chiamata da un capo mohawk, in cui alcuni dei protagonisti si imbattono: sì, perchè la vicenda parte a New York, una città che nel 1912 ha tantissime opportunità, soprattutto per i giovani che cercano di costruirsi un futuro. Attraversa l’America, raggiungendo il Mississippi, passando per le cascate del Niagara fino a raggiungere il Colorado. Di strada ne hanno fatta i nostri protagonisti!

Devo dire che il libro inizialmente è un po’ lento: Anja si trova a New York, dopo aver attraversato l’Atlantico e su indicazione dei suoi genitori è ospite della famiglia Mappelstorm, dei vecchi conoscenti di suo padre, che però non le permettono di suonare il violino. ! SPOILER ALERT ! Non leggete questa frase se non volete spoiler, passate direttamente al paragrafo successivo – Il violino, il suo Guarnieri è in possesso della Baronessa Von Stumpf, che è sempre più convinta di trovare il Regno di Maldoror ! SPOILER ALERT!

Detto questo Anja viene rintracciata dai suoi quattro amici e Pepina si rende conto sempre più della verità nascosta dietro ai messaggi strani che sua madre condivideva con lei, scritti in quel linguaggio primordiale, fatto di segni e di caratteri incomprensibili.
Questo è un pregio di tutti e tre i libri: le parti grafiche sono curate nei minimi particolari!

Il viaggio continua, ma ho trovato questo terzo libro meno incalzante dei due precedenti. La leggenda di Maldoror viene svelata per intero in questo terzo volume, ma il finale mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca. Le tematiche affrontate sono comunque molto belle e importanti: l’amicizia, l’amore delicato che nasce tra due ragazzi adolescenti, la lealtà. Tutto questo viene descritto e aleggia tra le quattrocento pagine che compongono questo ultimo volume, e mi ha fatto apprezzare la lettura.
Secondo me il finale poteva essere differente, ma è una mia personale opinione, motivo per cui chiaramente non ve lo svelerò qui, altrimenti che gusto c’è a leggere i tre libri?

Anche questo terzo libro ha un paio di appendici: oltre alla parte rimanente degli arcani dell’Indomani, ce n’è anche una che elenca tutti i personaggi presenti in Maldoror.

Consiglio assolutamente la lettura di questa trilogia, soprattutto ai ragazzi giovani che cercano un modo per approcciarsi alla lettura e soprattutto per poter vivere in un mondo fantastico, che però è affiancato da uno reale, crudo e crudele a tratti, dal momento che i tre libri sono ambientati tra la Siberia, Kiev, Vienna, Parigi e l’America dei primi anni del Novecento, un periodo per niente roseo, prima che scoppiasse la Grande Guerra.

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