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Racconti gotici – Amelia B. Edwards

Di Lettrice Per Passione
11 min

«Mi è stato detto che forse si è trattato di un’illusione dei miei sensi. Ve lo concedo: tuttavia, un’illusione, di per se stessa, non è forse un fenomeno così sconcertante come la più reale leggenda che la superstizione evoca dal mondo dell’oltretomba?»

Questa raccolta di racconti gotici è stata una vera e propria scoperta.
Edito da Edizioni Minerva, una casa editrice indipendente, l’ho acquistato a Più Libri Più Liberi, quest’anno, perchè mi ha attirata fin da subito al loro stand. Non solo per la copertina, che ha un disegno semplice, ma al tempo stesso suggestivo, ma anche per i racconti contenuti al suo interno.

Dopo un avviso al lettore, scritto proprio dall’autrice, si parte subito con i racconti in questione: sono sette, uno più suggestivo dell’altro.

Caino – questo è un racconto abbastanza breve. Narra di un pittore che resta irretito da un quadro di Camille Prévost che rappresenta l’uccisione di Abele da parte di Caino, che si trova presso il museo dei Giardini di Lussemburgo, a Parigi. Il protagonista ne è talmente ossessionato da tornare ogni mattina a dipingere per riprodurre il quadro stesso, tanto ne è ammaliato. Una mattina incontra Achille Désiré Leroy, che gli fa aprire gli occhi sulla vicenda, narrando la storia di Camille Prévost: una storia raccapricciante, con dei risvolti a dir poco assurdi. È stato uno dei racconti che mi ha colpita di più in questa raccolta.

La carrozza fantasma – anche questo è un racconto davvero suggestivo. Narrato in prima persona, vi sembrerà di vivere le vicende del protagonista che vi portano ad accelerare il battito cardiaco, tanta è la suspance che vi accompagnerà per tutta la durata del testo. Il giovane protagonista si perde durante una battuta di caccia e deve ritornare a casa, ma una tormenta di neve lo sorprende e lo costringe a cercare rifugio presso un’abitazione che incontra lungo il cammino. Il suo anfitrione lo ospita, ma gli dice che non può restare per la notte e che se si muove per tempo riuscirà a raggiungere la carrozza postale, che lo porterà proprio nella città in cui deve andare. Quando il custode lo accompagna al luogo stabilito, gli racconta una storia raccapricciante, una vicenda accaduta alla carrozza in questione. Vi lascio immaginare il resto.

L’undici di marzo – anche questo racconto mi è piaciuto da morire! Narra di un uomo che si trova a passeggiare da Frascati a Palazzuolo e si imbatte nella figura di un monaco che sta di spalle su un dirupo, incappucciato. Un temporale sorprende il nostro protagonista, che viene soccorso da un paio di monaci che lo conducono al monastero dove vivono, per dargli riparo e permettergli di rifocillarsi. Il pasto che trova, però, è frugale e insieme al priore del monastero, una volta lasciato il refettorio, apprende della triste ricorrenza di quel giorno, dal momento che i monaci ricordano un loro confratello deceduto tragicamente un paio di anni prima. La cosa strana è che il nostro avventore a tavola ha visto un monaco in più rispetto a quelli che il priore dice di amministrare! Racconto molto suggestivo, che parla di fantasmi e di superstizioni.

Una notte ai confini della Foresta Nera – anche questo racconto parla di fantasmi, ma non di superstizioni. Ci troviamo al limitare della Foresta Nera, in Germania, e troviamo due viaggiatori che si incontrano e che camminano per un sentiero fino a tarda notte. Purtroppo non ce la fanno a proseguire e chiedono asilo presso un cottage lungo la strada, che sembra essere anche una sorta di locanda. Sembra tutto molto strano, soprattutto nel cibo e nelle bevande che vengono servite. La famiglia che li ospita nasconde qualche segreto e starà a voi scoprirli, leggendo questo racconto a dir poco sensazionale!

La storia di un ingegnere e la Storia di Ernst Christian Schoeffer invece sono due racconti narrati in prima persona che parlano delle storie di due personaggi. Non mi sono piaciuti tanto quanto gli altri. Devo dire che il primo mi ha intrigata più del secondo, che in realtà è una storia di vita vera e propria, con qualche rimando a vicende sovrannaturali accadute al sig. Schoeffer. Non tutti i racconti possono piacere, del resto, e questi due sono quelli che hanno attirata di meno. Il primo, la storia di un ingegnere, è molto scorrevole, ma è in uno stile classico che poco rispecchia il gotico, secondo me.

I ricordi del professor Henneberg – questo ultimo racconto si apre con una citazione di Amleto tra le più famose, e già qui mi aveva convinta. Leggendo poi il testo, che appare sotto forma di diario, sono stata totalmente rapita dalla curiosità di concluderlo. Le vicende del professor Heinrich Henneberg, fin dalla sua infanzia. Sembra una vicenda come le altre, ma è colorata da alcuni accadimenti che vi lasceranno sorpresi.

Nell’insieme, questo libro di racconti gotici è molto bello: tutto sommato, nel parco dei libri che trattano questo argomento, è una ventata di freschezza; sono racconti non troppo pesanti, che hanno il plauso di saper tenere il lettore incollato alle pagine per scoprire cosa accade alla fine.

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