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Le vie delle cattedrali gotiche – Carlo Tosco

Di Lettrice Per Passione
9 min

Questo è stato uno dei libri che mi ha più affascinata in merito ai saggi tra quelli che ho letto ultimamente.
Acquistato a Testo a Firenze, e preso dalla pila della vergogna in meno di un mese, mi chiamava troppo per poterlo lasciare lì.

Scritto da Carlo Tosco, professore di storia dell’architettura al Politecnico di Torino, e pubblicato dalla casa editrice Il Mulino, è un vero e proprio excursus storico tra le cattedrali gotiche europee e fa parte della collana «Ritrovare l’Europa», sorella di «Ritrovare l’Italia».
Il libro presenta una mappa dell’Europa, dove sono inserite le città, con le relative cattedrali, di cui si parla poi nel testo. Oltre alle numerose immagini e tavole presenti nei vari capitoli, prima dell’introduzione c’è un’avvertenza: a disposizione c’è un nutrito materiale grafico di 65 tavole a colori e non che si possono consultare man mano che si legge il libro, perchè caricate su un drive che la casa editrice ha messo a disposizione. Inutile dire che la storica che è in me ha gongolato tantissimo.

Un’introduzione di poche pagine spiega come mai Tosco ha deciso di scrivere questo libro, illustrando anche la vicenda dell’incendio che ha colpito la cattedrale di Notre-Dame a Parigi, nel 2019. Dopo questa breve, ma intensa, introduzione, il volume si articola in dieci capitoli che affrontano svariati aspetti dello stile gotico nell’architettura di varie cattedrali sparse nell’Europa.

Il primo capitolo è sensazionale, perchè spiega culturalmente cosa significa la parola gotico, come è stata bistrattata e soprattutto come si è introdotta nell’architettura degli edifici maestosi che ci troviamo a visitare oggi, quando andiamo in viaggio nelle varie capitali europee, e non solo. Il gotico ha preso piede in un determinato periodo, è stato bistrattato come stile oggettivamente brutto, perchè facente parte di quella fetta di barbari che hanno invaso l’Impero Romano. Ci sono varie definizioni che accompagnano l’architettura gotica, come ad esempio l’arco rampante, la volta costolonata, il pilastro polistilo, il loro impiego nella costruzione delle cattedrali, edifici imponenti che servivano ad accogliere la maggior parte della popolazione durante le funzioni religiose, ma non solo, erano anche sede delle incoronazioni dei re, e quindi dovevano rispecchiare il loro status.

Dal primo capitolo, fino alla fine, si passa a parlare dell’abbazia di Saint-Denis, dove tutto è iniziato perchè l’abate Suger ha fatto del gotico uno stile architettonico che poi si è rispecchiato nelle cattedrali di Notre-Dame, di Reims, di Chartres, di Bourges, per rimanere in Francia; in quelle di Lincoln e di Canterbury, per spostarci in Inghilterra. Il gotico poi ha avuto un’evoluzione di stile, che è partita con la Saint-Chapelle, un esempio di vetrate alte e di volte costolonate senza pari. Tanto che persino in Germania, a Colonia e a Strasburgo, hanno preso ad esempio la chiesa costruita da San Luigi.
Anche la Spagna, con le sue ripetute guerre di Reconquista, si è ritrovata ad applicare lo stile gotico, ma con architetti provenienti da altri paesi, soprattutto dalla Francia, dove questo stile architettonico è nato, e hanno contribuito ad edificare monumenti come la cattedrale di Burgos, quella di Toledo o quella di Leòn.
Successivamente, Inghilterra e Francia si sono trovati nel conflitto più grande della loro storia, la Guerra dei Cent’anni e per primeggiare gli uni sugli altri, anche dal punto di vista architettonico, non hanno badato a spese per costruire la cattedrale di York, l’Abbazia di Westminster (che guarda caso è diventata sede di incoronazione di Re, come la cattedrale di Reims in Francia). Persino Praga, con la sua famiglia di architetti, ha edificato una cattedrale ad immagine e somiglianza di quelle francesi, con lo stesso fine: l’incoronazione dei re di Prussia.
Ultimo, ma non meno importante, è il Duomo di Milano: l’architettura gotica, qui, è presente, ma sappiamo benissimo che il Duomo di Milano è un cantiere in divenire: basti pensare che la guglia e la tanto famosa madonnina sono state implementate solo sulla fine del Settecento.

Che dire, questo non è un libro per tutti: è pieno di tecnicismi, ma se siete curiosi dell’architettura gotica e non vi spaventano i nomi tecnici dei vari elementi architettonici si può tranquillamente leggere. Se non altro per le numerose tavole presenti, che di per sé valgono da sole la lettura del libro.

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