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L’enigma dell’abate nero – Marcello Simoni

Di Lettrice Per Passione
7 min

«Firenze è la città delle spie. E ogni spia non è che una marionetta manovrata da Cosimo de’ Medici.»

Teodoro de’ Brancacci

Questo è l’ultimo capitolo della «Secretum Saga» di Marcello Simoni, edito da Newton&Compton.
Devo dire che qui la narrazione prende una piega piuttosto avventurosa e lascia aperte a tante altre possibilità, sulla fine del romanzo.

Angelo Bruni ha ottenuto il suo riscatto, dopo aver consegnato la Tavola di Smeraldo a Cosimo de’ Medici e ora guida una nave su cui trasporta merci ed è un mercante navale, ma all’occorrenza diventa un contrabbandiere. Durante uno dei suoi viaggi si imbatte in una nave che proviene da Avignone, che nasconde a bordo una spia, Troilo Sophianos, che gli confida di un complotto ordito nei confronti del cardinale Bessarione, proprio colui a cui, nel primo romanzo, era destinata la famigerata Tavola di Smeraldo.

Angelo ha un’idea: quella di andare in aiuto del cardinale, a Ravenna, e derubarlo proprio con l’aiuto di Tigrinus, che ora è un suo complice.

Purtroppo per il ladro, le cose non vanno come previsto: Bianca de’ Brancacci sta facendo di tutto per poter aiutare il padre, Teodoro, che non è morto e che soprattutto si è addossato la colpa dell’omicidio di Teofilo Capponi. In questo caso, si mette al servizio di Cosimo de’ Medici in persona, che rivuole la Tavola di Smeraldo, entrata di nuovo in possesso di Tigrinus, che l’ha rubata a Marsilio Ficino, il quale la stava traducendo proprio per il Medici.
C’è, però, un tornaconto, perchè Bianca de’ Brancacci ha fatto una scoperta sconvolgente, che coinvolge il suo amato padre, lo zio Giannotto, Cosimo de’ Medici e una donna, Fenizia Donati, che fa parte della confraternita dei Buonomini, che si occupa di opere pie, ma in realtà cela un animo piuttosto tormentato e malvagio.

Così Tigrinus si trova a partire da solo, inseguito dagli armigeri fiorentini, proprio perchè Bianca de’ Brancacci l’ha nuovamente accusato, e raggiunge Ravenna insieme al suo compare di sempre, Caco, il nano che per lui ha rischiato la vita e non solo.
A Ravenna, il ladro si trova invischiato in un complotto che lo vede come colpevole dell’avvelenamento del cardinale Bessarione, che è sull’orlo della morte, a causa di un avvelenamento da arsenico, sebbene non nella maniera ordinaria.
Tigrinus viene catturato dagli armigeri, mentre sta parlando proprio con il cardinale Bessarione, a proposito della Tavola di Smeraldo e delle sue origini, e viene rinchiuso in cella nientemeno che con l’abate nero in persona.

I Turchi sono alle porte di Ravenna, vogliono conquistare quello che resta della cristianità e soprattutto vogliono rintracciare ed uccidere l’abate nero.
Il motivo di tale astio nei confronti di Damiano de’ Medici sta a voi scoprirlo.

Vi basti pensare che le origini di Tigrinus vi verranno svelate, dopo tre libri in cui viene lasciata qualche briciola qua e là.
Marcello Simoni in questo è abile ad irretire l’attenzione del lettore, proprio perchè vi sembrerà di aver risolto un inghippo, un enigma e subito ve ne presenta un altro.

Trilogia bella, ma non una delle più belle che ho letto di questo autore. Ne vale assolutamente la pena, questo è indubbio, come per qualsiasi libro di Marcello Simoni.

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