Home Gialli La taverna degli assassini – Marcello Simoni

La taverna degli assassini – Marcello Simoni

Di Lettrice Per Passione
7 min

«La verità non è mai una cosa bella. Anzi, spesso si presenta a chi la scopre con le sembianze di un mostro orrendo. Ed è proprio questa sua spaventosa, inaccettabile bruttezza a rendere inviso al prossimo chiunque tenti di descriverla.»

Vitale Federici

Buongiorno lettor*!

Vi porto a scoprire questo nuovo romanzo di Marcello Simoni, edito da Newton&Compton Editori, che ringrazio sentitamente per la copia digitale in omaggio e per avermi permesso di leggerlo in anteprima!

Come ho già detto per un altro libro che figura qui, tra i miei articoli di recensione, Marcello per me è un autore che merita una coccarda d’oro appuntata al suo cappotto, perchè ha imparato negli anni a distinguersi come ottimo scrittore di gialli ambientati in periodi storici costruiti con precisione. I suoi libri sono sempre accompagnati da bellissime illustrazioni di suo pugno e, in fondo, prima dei ringraziamenti, da una nota dell’autore che specifica tutte le fonti che sono state utilizzate per scrivere il libro, e soprattutto specifica cosa è reale e cosa no all’interno del romanzo.
Perchè c’è chiaramente della finzione, del resto è normale, in un romanzo. Quello che apprezzo di Marcello sono soprattutto le precisazioni storiche, l’ambientazione decisamente accurata e l’atmosfera che riesce a creare, grazie anche ai capitoli brevi che compongono i suoi libri e che ti fanno rimanere incollato alle pagine per sapere come finisce l’intrigo del momento.

In questo preciso romanzo siamo in Toscana, precisamente nel Granducato, nel 1793, a dicembre, infatti ci stiamo avvicinando al 1794. In Francia la Rivoluzione è ormai scoppiata e conclusa, si sta svolgendo il periodo del Terrore, in cui Robespierre la fa da padrone. Il Granducato di Toscana si è schierato, come tutte le realtà europee e ha preso una posizione ben precisa.

La dimora in cui si svolge la vicenda è situata in una vecchia abbazia sconsacrata, di proprietà ora del barone Leonberto Calendimarca, che ha trasformato le colline accanto in un vitigno di uve pregiate, che esporta oltralpe. Proprio tra i vitigni, il fattore che si occupa di curare i tralci e di verificare che tutto sia in ordine trova il cadavere di un uomo, avviluppato proprio in alcuni tralci di vite. Si tratta di Giovanni Villafranchi, agente di commercio del barone per quanto riguarda i suoi vini.
È in questo frangente che Vitale Federici viene invitato proprio dal barone Calendimarca per risolvere il mistero del cadavere ritrovato e ad accompagnarlo c’è Bernardo della Vipera, figlio del conte della Vipera, il suo apprendista.

Vitale e il giovane Bernardo si trovano invischiati in qualcosa di più grande, come in tutte le avventure di Marcello Simoni. Gli intrighi non mancano: Vitale incorre in un avvelenamento che fortunatamente non lo porta alla morte, anzi, lo induce a coinvolgere il giovane Bernardo. In un certo senso sembra di rivedere Guglielmo da Baskerville e il giovane Adso che si imbattono in vari misteri. Il mistero si infittisce quando proprio il giovane Bernardo da una grata della stanza a lui assegnata sente due voci confabulare su due vini molto rinomati, Bordeaux e Calvados. Il mistero si infittisce ancora di più, quando il cadavere del mastro bottigliere che si presume abbia avvelenato proprio Vitale Federici viene trovato morto nelle cantine dove il giovane è andato ad indagare.

In tutto questo è presente una donna, perchè Marcello inserisce sempre una donna nelle sue storie, e la donna di Vitale Federici è Lucrezia Cimarelli, la giovane che ha dovuto lasciare perchè il buon Vitale fa parte di una casata ormai decaduta e considerata alla stregua del nulla. Anche Lucrezia ha un ruolo in questa storia, accompagnando Vitale nelle sue indagini.

Il giovane Bernardo invece porta avanti il suo incarico datogli da Vitale, e questo lo conduce proprio ad una taverna che si trova al limitare dei filari di vite, una taverna piena di gente poco raccomandabile, tra cui due persone, uno straniero e una donna, incappucciati e irriconoscibili, le cui voci però riportano alla memoria di Bernardo qualcosa.

Non vi posso raccontare tutto, altrimenti che scoperta è?

Vi basti pensare che Vitale Federici, con il suo fare teatrale che lo caratterizza, si ritrova invischiato in qualcosa di ben più grande di lui, che coinvolge persino Robespierre!

Vi dico solamente che lo stile di Marcello Simoni è sempre intrigante, ha sempre il suo perchè, e questo mi porta a leggere ogni suo libro con passione e con interesse e curiosità, certa di scoprire nei suoi personaggi sempre nuove, belle e a tratti esilaranti avventure.

Dai un'occhiata anche a...