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La sposa cadavere – Friederich A. Schulze

Di Lettrice Per Passione
7 min

«La sfortuna cammina a passo lento. Spesso ce ne accorgiamo quando è già alle nostre spalle.»

Marchese di Marino

Devo dire che ero un po’ troppo in astinenza sul fronte ABEditore. Mi mancavano le ultime pubblicazioni e questo piccolo capolavoro che vi presento non poteva aspettare, una volta avuto nelle mie mani.

Non cercherò di essere di parte, perchè ormai la casa editrice è come una famiglia per me.
Oggettivamente, posso dirvi che questo è un bellissimo volume. La dimensione è quella dei libri che fanno parte della collana «I piccoli mondi», di cui anche questo fa parte, e quindi si presenta come un libricino che permette di stare in tasca e di portarlo con sé come se niente fosse, come un compagno fedele che aspetta di essere letto.

Il racconto immagino lo conosciate tutti, persino Tim Burton ha diretto una trasposizione alla sua maniera e quindi non mi voglio soffermare sulla trama.

Ciò che voglio declamare, in questo modesto spazio, sono un paio di aspetti per cui questa fantastica casa editrice non smette mai di stupirmi: la traduzione e la grafica.
Due aspetti che ABEditore cura con meticolosità e una scelta di immagini che permette di confezionare un prodotto che vale la pena acquistare (e soprattutto leggere).

La copertina del volume, bianca, con il titolo dorato e scintillante è sbalzata in una trama che nasconde numerosi segreti e tantissime curiosità grafiche: io ho passato una mezz’oretta a guardarla e a cercare tutte le particolarità impresse nella carta. Dai teschi, alle falci, ai ragni, ai motivi floreali, questa copertina è davvero qualcosa di spettacolare.
La grafica interna, poi, conserva la cura che Lorenzo Incarbone riesce a mettere in tutta la sua fantastica meraviglia: a partire dalle prime pagine, ricche di incisioni che fanno sembrare il libro un volume dell’Ottocento – come del resto è – al carattere di stampa, che accompagna il lettore durante tutta l’esplorazione di questo piccolo, ma grande, libro.

Veniamo alla traduzione: io non sono un’esperta, ma il plauso alla traduttrice, Chiara Gianni, va in assoluto, proprio perché la versione che vedete qui è stata tradotta direttamente dal testo originale in tedesco. In seguito al racconto, c’è una postfazione di una trentina di pagine circa, che spiega dettagliatamente la letteratura attorno al racconto di Schulze. È una postfazione ricca di note, di spiegazioni, di curiosità che io non conoscevo, sebbene conoscessi il racconto, che avevo letto un po’ di tempo fa in una vecchia traduzione. Si suddivide in tre paragrafi in cui viene affrontata la ricezione delle storie di fantasmi tedesche, di cui Schulze è un precursore, e nel testo che viene proposto qui, nel suo racconto, lo stereotipo della donna che viene vista come moglie perfetta e sempre al suo posto, o che viene etichettata sempre in varie categorie, viene decisamente rivalutato, smontato e descritto in maniera impeccabile.

Di conseguenza, cari lettori, non è solamente un racconto, quello che avete tra le mani. È un’analisi molto dettagliata di una condizione, quella della donna, che viene rivalutata, in questa chiave macabra che Schulze ha deciso, quale pioniere, di affrontare, partendo da un’antica leggenda ebraica.

Come sempre, un ABEditore vale la pena di essere letto, per tutti gli aspetti di cui vi ho parlato sopra, ma soprattutto per la cura e la passione che questi editori mettono nel pubblicare i loro volumi.

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