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La misura del mondo – Daniel Kehlmann

Di Lettrice Per Passione
7 min

«Giacché ci troviamo al mondo senza che nessuno ce lo abbia chiesto, tanto vale provare a realizzare qualcosa.»

Oggi vi parlo di un libro che va un po’ fuori dalla mia zona di confort di lettura.
Vi chiederete come mai abbia letto un libro di questo tipo, che parla di matematica e di esplorazioni.

Eppure, non parla solamente di questo.
Il libro in sé mi è stato consigliato da Ilaria, una delle mie libraie di fiducia, che mi segue assiduamente e con la quale ho stretto un rapporto di amicizia molto bello: mi consiglia libri, mi trova qualsiasi edizione inglese di libri che sembrano introvabili, quando glieli chiedo.

Questo libro, in particolare, mi è stato consigliato per una challenge che sto seguendo, la Dungeon of Readers 2064 di Ambra. È edito da Feltrinelli e tradotto da Paola Olivieri.

Al di là di questo, Kehlmann ha un modo tutto suo, ironico, di descrivere e di parlare di argomenti che sono in qualche modo molto seri e pesanti. In questo preciso caso si parla dei disordini politici che emergono nella Germania post-napoleonica, quindi siamo nei primi anni dell’Ottocento, nel 1828 per essere precisi.
I protagonisti di questo romanzo sono Carl Friedrich Gauss, il famoso matematico che ha scoperto la curvatura dello spazio, e Alexander Von Humboldt, esploratore, geografo. Entrambi si incontrano da vecchi in una Berlino a metà tra l’antico e il moderno. Hanno due caratteri estremamente differenti: Gauss è sedentario, quasi non vuole muoversi da Gottinga, la sua città natale e dove ha vissuto per tutta la vita, mentre Von Humboldt è dinamico, nonostante l’età sogna ancora di esplorare il mondo, come se quello che ha fatto non fosse bastato. Entrambi mettono a nudo il proprio carattere: la testardaggine di entrambi, la scontrosità di Gauss, l’intraprendenza di Von Humboldt; tutti tratti che vengono descritti abilmente da Kehlmann, che produce questo romanzo che, vi dirò, è stato piacevole leggere, nonostante gli argomenti trattati.

In questo libro si scoprono le vite di questi due personaggi illustri, vengono narrate attraverso i caratteri dei personaggi, così diversi da suscitare qualche risata – con me ha funzionato, vi dirò. Pur essendo Gauss e Von Humboldt persone importanti, storicamente parlando, fanno parte – soprattutto Gauss – di un mondo che non mi è affine, proprio perchè per me tutto ciò che parla di matematica è letteralmente arabo. Leggere della sua vita, però, con questo tono ironico e a tratti divertente che ha Kehlmann di scrivere, mi ha fatto sorridere, quasi non pensare al fatto che stavo leggendo di formule e di esplorazioni, indirettamente. Von Humboldt mi affascina, lo ammetto, perchè fa parte degli esploratori, quella schiera che accomuna anche Shackleton, e devo ammettere che la sua intraprendenza è contagiosa.

Nonostante la sua riluttanza, Gauss alla fine parla di se stesso e questa, per me, è stata la parte più difficile, ma non noiosa. Grazie allo stile di scrittura dell’autore ho potuto apprezzare anche ciò che parlava di matematica.

Mi ha ricordato molto «Il mago dei numeri», il libro scritto da Enzensberger.

Se vi piacciono le storie che raccontano la vita degli scienziati in chiave piuttosto ironica, questo libro fa per voi. Se siete curiosi di scoprire la storia di Gauss e di Von Humboldt, questo è un modo divertente per poterlo fare.

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