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Il Glicine Rampicante – Charlotte Perkins Gilman

Di Lettrice Per Passione
15 min

«Allora desiderai – con tutta la mia forza – che le donne, tutte le donne, potessero alfine rendersi conto di cosa significasse essere femmine; della forza, dell’orgoglio, del ruolo che ricoprivano nella vita […]»

Charlotte Perkins Gilman

Prima recensione del 2024 e non poteva essere altro che ABEditore.
Ormai il mio cuore è rapito da questa casa editrice e sono più che contenta di portare i loro contenuti su questo blog e sulla mia pagina Instagram.
Questa casa editrice crea davvero delle piccole meraviglie: questa era una strenna natalizia e l’ho acquistata a Più Libri Più Liberi. Inutile dire che mi sono innamorata della copertina fin da subito, ma non solo di quella. I contenuti di questo libro sono davvero bellissimi. Non per niente oltre il titolo continua con «…e altri racconti gotico-femministi».

Il libro come sempre è arricchito da illustrazioni grafiche che sono presenti all’inizio di ciascun racconto e tra un racconto e l’altro. L’autrice è stata attiva soprattutto sulla fine dell’Ottocento e sui primi del Novecento. Come dice la sinossi è nota soprattutto per La carta da parati gialla, ma ha scritto altri racconti e qui ne sono contenuti otto, intervallati da alcune poesie, che spezzano un po’ la lettura, tra un racconto e l’altro. La traduzione e l’introduzione è a cura di Valentina Colafati.

Proprio l’introduzione vi porta a scoprire che cosa contiene il volume, è una sorta di disclaimer, in cui viene fatta un’analisi approfondita dei racconti presenti nelle pagine successive. Per cui andiamo ad analizzarli, senza alcun tipo di spoiler.

Il glicine rampicante – Il racconto che dà il titolo al libro, è senz’altro uno di quelli che mi è piaciuto di più, perchè è abbastanza inquietante, soprattutto nelle prime due o tre pagine, quando c’è una sorta di premessa al racconto vero e proprio. Infatti si parla di una famiglia che vuole acquistare una casa, in vendita a poco. La casa, una volta che è stata abbandonata dalla famiglia precedente e messa in vendita, è stata custodita da una governante e da suo marito, affinchè non andasse in rovina. Una volta trasferitisi all’interno dell’abitazione, la nuova famiglia inizia a fare dei sogni particolari, che li condurranno a scoprire dei segreti macabri, legati proprio alla casa stessa.

La carta da parati gialla – Questo forse è il racconto più famoso dell’autrice e probabilmente l’avrete letto in qualche raccolta o ne avrete sentito parlare. Per me non era nuovo, ma l’ho riletto volentieri. In questo racconto viene evidenziata la condizione della donna che, in preda all’isteria, viene trattata come se fosse un oggetto e rinchiusa in una stanza in particolare, dove la carta da parati sembra prendere vita. La Perkins Gilman è una scrittrice senza peli sulla lingua, almeno per l’epoca in cui ha scritto questi racconti, per cui, in queste pagine, si percepisce la denuncia che viene fatta della condizione della donna in questo caso particolare, attraverso questa carta da parati, che la protagonista si immagina muoversi e delinearsi in varie scene.

Tramite – Questo, invece, è un racconto brevissimo, poche pagine, in cui la donna viene descritta come una moglie devota, che si occupa del marito e che cerca di fare di tutto pur di compiacerlo. E’ una denuncia vera e propria, velata tra le parole del racconto, una sorta di messinscena della vita casalinga, per dirlo con le parole della traduttrice.

Se fossi un uomo – Questo racconto a tratti è esilarante. Come dice il titolo, parla di una donna che esprime un desiderio, quello di diventare un uomo e, inaspettatamente, questo si avvera. Così la protagonista, Mollie Mathewson, una donna “perfetta” per l’epoca, assume in qualche modo le sembianze di Gerald, il marito, dopo aver espresso il desiderio di essere lui, quando è stata redarguita per una bolletta che è risultata troppo cara. Vive per un certo periodo la vita del marito e si rende conto di cosa significa essere un uomo, all’epoca. Può sembrarvi divertente, ma in realtà è quasi agghiacciante leggere il divario che era presente non più di un secolo fa.

La porta incustodita – Questo racconto, invece, narra di una casa che è costruita interamente di marmo, con rifiniture di pregio e in cui vive una donna che cura la casa con devozione e dovizia di particolari. Un giorno, un principe si ferma di fronte alla casa, elogiandone la bellezza. Secondo lui, la donna era infelice, e chiedendole di mostrargli il suo cuore, gli viene riferito che non ne è in possesso. In effetti, quest’ultimo non batte e il principe inizia a spaventarsi e a chiedere dove è custodito, perchè non è possibile che una donna sia viva e vegeta senza un cuore che batte. Chissà dove è custodito il cuore della giovane donna? È morto davvero? Oppure è nascosto?

La torre dei Clifford – Questo breve racconto narra la storia di un amore quasi impossibile. È ambientato nel New England, proprio nei pressi di questa torre, dove risiede la famiglia Clifford. La più giovane delle figlie è innamorata di un giovanotto che per poterla sposare è ben deciso a portarla via dalla casa in cui vive. La madre della giovane è una donna vecchio stile, che serba ancora rancori per le famiglie nemiche della sua, i Clifford, per l’appunto. La figlia è costretta a dire addio al giovane innamorato, ma siamo sicuri che questo sia davvero il finale del racconto?

La sedia a dondolo – Anche questo racconto, in parte, è un po’ inquietante. È uno di quelli che mi è piaciuto meno, rispetto agl altri, ma questo non significa che non valga la pena leggerlo. Narra la vicenda di due giovani, Hal e Maurice, che prendono in affitto un paio di stanze in una casa ammobiliata, come era uso fare nell’Ottocento, che, però, sembra avere un’inquilina piuttosto spettrale, che li porta a discutere e a litigare tra di loro. La figlia della padrona di casa sedeva su una sedia a dondolo e fissava sempre la strada. Di notte per loro sembra impossibile riuscire a dormire, a causa del dondolio della sedia, che sembra però provenire da una delle stanze dove riposano e si incolpano a vicenda per l’assenza di sonno. Sembra davvero tutto molto assurdo e, vi assicuro, che lo è.

Quando ero una strega – L’ultimo racconto parla proprio di una strega, una donna che, a sua insaputa, fa un patto proprio con il Diavolo. Una donna che vive a New York e che vede continue ingiustizie nei confronti del genere femminile. Per questo motivo si prende delle libertà ed esprime dei desideri che poi si avverano. La citazione che trovate all’inizio della recensione viene proprio da questo racconto.

Le poesie, invece, sono le seguenti, ma di queste vi riporto solamente i titoli: Il richiamo dell’acqua, Chiusa dentro, Le sabbie, Nel timore, Sono eternità, Un posto sulla vetta.
Sono poesie brevi, di tre-quattro strofe ciascuna e non saprei farvi un’analisi approfondita, proprio perchè le poesie sono ad interpretazione personale. Alcune mi sono piaciute più di altre, alcune mi hanno trasmesso qualcosa più di altre.

Ad ogni modo, questo libro, come tutti gli altri di ABEditore, è davvero bellissimo. Ne vale assolutamente la pena, sia per la lettura, che si può fare in un paio di giorni, sia per la grafica, che di per sé è sempre spettacolare. Una cosa che ho apprezzato tantissimo è stato il fatto di trovare le note a piè di pagina per chiarire alcuni aspetti della lettura!

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