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Il giro di vite – Henry James

Di Lettrice Per Passione
10 min

«Gioco di specchi dove ti sembra che sfugga sempre qualcosa. Ambiguo e dubitativo…chi vede che cosa??!»

Questo libro fa parte della challenge che sto facendo dei dodici libri da leggere in dodici mesi consigliati da dodici amici.
Oggi è il turno di «Il giro di vite» consigliatomi da Alessandro.

Si può annoverare come un romanzo breve, o meglio ancora forse come un racconto. Tutto sommato sono state meno di duecento pagine che ho letto con piacere.
Questo è uno dei classici che mi mancava all’appello e devo dire che mi ha piacevolmente colpita.

Il romanzo di Henry James fa parte di quella branca della letteratura che si può dire indefinita: a metà tra il gotico e l’horror, direi che si può a mio avviso trovare un compromesso. Inizialmente pensavo fosse una storia di fantasmi: la casa isolata, i bambini orfani, l’istitutrice che li deve accudire in tutto e per tutto. Spuntano anche i fantasmi ad un certo punto.

Cosa rende questo libro bello da leggere?
Del resto è un romanzo breve, volendo uno lo legge anche in fretta. Non è così spaventoso come potrebbe esserlo qualche altro romanzo del genere, ma io quando leggo i classici della letteratura, mi metto sempre nei panni degli autori che li hanno scritti ma, soprattutto, dell’epoca in cui sono stati scritti. Questo in particolare è stato pubblicato alla fine dell’Ottocento, precisamente nel 1898, e come tutti i romanzi dell’epoca, veniva pubblicato a puntate all’interno di una rivista. Pensate di leggere un romanzo a puntate: dover aspettare il giorno successivo, o addirittura la settimana, per vedere come prosegue e come si conclude la storia. Bello, vero? Noi lettori odierni la facciamo facile: leggiamo un libro tutto d’un fiato, se vogliamo, ma io quando ho chiuso il libro e mi sono messa a fare qualche ricerca in merito – perchè non conoscevo bene la storia di pubblicazione di questo romanzo – mi sono stupita, e ho pensato subito ai romanzi di Dickens.

La storia è semplice: siamo alla vigilia di Natale e un narratore anonimo discute con il suo amico circa un manoscritto che è stato redatto da un’ex istitutrice, ora morta e racconta la storia della sua assunzione da parte di un uomo d’affari che aveva in custodia due bambini, un maschio, Miles, e una femmina, Flora, i suoi nipoti. Lo zio non voleva occuparsi dei bambini, nè della loro educazione, per cui questa istitutrice viene assunta e si reca presso la tenuta di Bly, dove vivono i bambini, insieme ad una governante, Mrs Grose. Inizialmente l’istitutrice fa la conoscenza di Flora, mentre Miles giunge successivamente, in seguito all’espulsione dal collegio che frequentava, avvenuta in circostanze misteriose, di cui il bambino non vuole assolutamente parlare. Sembra andare tutto per il meglio, fino a quando l’istitutrice non vede due persone estranee, un uomo dai capelli e dai baffi rossi e una donna giovane vestita a lutto. Dopo varie apparizioni, la donna pensa che siano dei fantasmi e dopo aver parlato con la governante, viene a conoscenza del fatto che la donna è l’ex istitutrice, morta in circostanze misteriose, mentre l’uomo è il maggiordomo: entrambi sono deceduti in circostanze piuttosto dubbie.
L’inquietudine aumenta quando sembra che i due bambini siano consapevoli della presenza di questi spiriti, proprio perchè Flora viene sorpresa a parlare con un fantasma, in riva al lago, anche se la piccola nega in maniera ostinata. Questa ostinazione fa allontanare la piccola Flora e l’istitutrice resta sola con Miles, il quale le rivela il motivo della sua espulsione dal collegio. Non l’avesse mai fatto! Proprio in quell’istante il fantasma del maggiordomo si manifesta e si impossessa del corpo di Miles. L’istitutrice cerca di proteggerlo, senza però riuscire a farlo, dal momento che il piccolo muore tra le sue braccia.

Il bello di questo libro è che l’autore è riuscito a creare una storia di fantasmi che in qualche modo entra dentro la mente del lettore, lo rapisce al punto tale da immergersi nel maniero di Bly – o Bly Manor, se preferite – e nelle sue vicende che sembrano a dir poco assurde, mentre invece la maggior parte si affacciano su una quotidianità piuttosto normale. Non sono tanto i fantasmi della prima istitutrice e del maggiordomo a spaventare il lettore, quanto invece l’intelligenza sconcertante dei due bambini, che sembrano essere quasi dei ragazzi prodigio e affrontano la vita come se niente fosse, come se tutto fosse normale. Persino l’apparizione dei fantasmi all’istitutrice non è un fatto che li sconvolge, sebbene Flora neghi con ostinazione il fatto di aver visto il fantasma della prima istitutrice.

È un libro, questo, che fa discutere ancora oggi e che lascia comunque aperta una serie di porte, lascia sempre una serie di dubbi al lettore. Per me, per esempio, è stato assurdo il fatto che Flora parlasse da sola, negando che ci fosse qualcuno con lei, quando invece all’istitutrice è parso di vedere proprio il fantasma di Miss Jessel. Oppure la motivazione dell’espulsione di Miles dal collegio, che inizialmente vuole nascondere a tutti i costi.

È un libro attuale, nonostante abbia più di un secolo, e sono contenta di averlo recuperato, anche grazie a questa challenge.

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