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Eroi – Andrea Pennacchi

Di Lettrice Per Passione
6 min

«È una roba antica, profonda, che viene dalle viscere, da dentro. La puoi chiamare come vuoi: inconscio, DNA, acidità. Omero la chiamava “Musa”.»

Andrea Pennacchi

Andrea Pennacchi non ha bisogno di presentazioni: è un personaggio ormai noto nel campo del teatro, della televisione e, adesso, grazie anche a People, nell’editoria.

Non avevo mai letto niente di suo, ma a Torino, al Salone, allo stand di People, ho visto il suo libro «Shakespeare and me» e mi ha incuriosita. Al Pisa Book Festival ho deciso di comprarmi sia quello che questo che invece vi recensisco oggi.

È un libro breve, alla fine si tratta di meno di centocinquanta pagine, intercalate dalle illustrazioni di Vittorio Bustaffa, che vi accompagnano in maniera esilarante, da teatrante, alla scoperta dell’Iliade, dell’Odissea e della storia di Dedalo ed Icaro e del Minotauro.
Inizialmente sono stata un po’ perplessa, lo ammetto, perchè io adoro i poemi omerici e leggere retelling che li snaturano mi fa venire letteralmente i brividi. Invece Pennacchi, con il suo stile ironico e da teatrante, è riuscito a farmi divertire con il suo personale racconto dell’Iliade e dell’Odissea (ammetto che il mito del Minotauro non mi piace moltissimo).

Dopo una breve prefazione dell’autore, che vi introduce al suo stile piuttosto ironico e affabulatore, si parte subito con una breve introduzione, una decina di righe, in cui l’autore ci racconta di aver incontrato Omero in sogno, e così è nato «Eroi». Dopo questo breve preambolo, la narrazione verte proprio su quegli eroi che fanno parte della vita di Andrea Pennacchi, di come lui è entrato in possesso di una copia dell’Odissea grazie al padre, che alle feste dell’Unità metteva un banchino per vendere i libri e durante un giorno di pioggia ha salvato proprio una copia dell’Odissea.

Tra aneddoti di vita e ironia che l’autore utilizza per raccontare la sua personale versione dell’Iliade e dell’Odissea, Pennacchi ci fa capire che sì, vale ancora la pena parlare di Iliade e di Odissea, in un mondo in cui probabilmente i poemi omerici, quelli epici, un po’ tutta la letteratura in genereale, viene bistrattata dalle nuove pubblicazioni – che sono sempre e comunque tante.

Leggere un classico non è mai cosa semplice: bisogna essere predisposti, bisogna aver avuto dei professori che ti hanno fatto appassionare alla letteratura, non di quelli che ti dicono: «Tieni, studia a memoria un paragrafo e fammi l’analisi» senza spiegarti niente.
Pennacchi è così: ti sa irretire con il suo discorso un po’ da salotto, da teatro, di quel teatro di una volta che quando entri e ti siedi in platea gli attori del momento ti coinvolgono durante lo spettacolo. Sì, Pennacchi sa fare questo: coinvolgerti e irretirti in queste 144 pagine, sa accompagnarti durante un pomeriggio a scoprire la guerra di Troia e il giro del mondo di Odisseo.

Lo stile di scrittura è ironico, divertente, incalzante.
Esilarante, a tratti.

Vi consiglio assolutamente questo libro, senza troppi se e ma, perchè non c’è bisogno di sproloquiare troppo su Omero, e nemmeno su Andrea Pennacchi.

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