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Dentro la maschera – AA. VV.

Di Lettrice Per Passione
7 min

«A volte le persone portano con tale perfezione la maschera che si sono imposte, da finire col diventare davvero ciò che volevano apparire.»

William Somerset Maughan

Primo ABEditore che ho portato via da Più Libri Più Liberi e che ho letto con piacere, come sempre.
Questo era uno di quelli che mi mancava e che ho trovato il modo di recuperare in questa nuova edizione (la vecchia la devo recuperare ancora). Come per i Racconti di Johnny Ludlow, anche questa nuova veste è una riedizione di quella già pubblicata nel 2018. Racchiude in sé quattro racconti – «Il re dalla maschera d’oro», «L’uomo sulla bottiglia», «La maschera» e «La maschera della Morte Rossa» -, più una prefazione e un addendum.

La prefazione è di Sara Elisa Riva, che ci accompagna a scoprire di cosa parlerà questo piccolo volume, dando le sue impressioni senza però calpestare l’opinione del lettore.

Il primo racconto – Il re dalla maschera d’oro di Marcel Schwob – tradotto da Annarita Tranfici, è un racconto grottesco, bizzarro, dove tutti i personaggi indossano una maschera, compreso il Re, che ne indossa una dorata, per distinguersi da tutti. Ad un ballo in maschera si presenta un mendicante cieco, che lo mette di fronte all’evidenza dei fatti. A voi scoprire quale sia, altrimenti che gusto c’è?

Il secondo racconto – L’uomo sulla bottiglia di Gustav Merrynk – tradotto da Anna Marziliano, parla di Melantone (sì, proprio quel Melantone) e di una festa indetta da un principe, dove tutti chiaramente hanno una maschera. Alla festa viene organizzato uno spettacolo di marionette, intitolato per l’appunto L’uomo nella bottiglia, dove il Conte de Faast, l’anfitrione della serata, ha una parte non indifferente. Lo spettacolo racchiude in sé qualcosa di sensazionale e al tempo stesso spaventoso, che lascia gli ospiti sgomenti.

Il terzo racconto – La maschera di Guy de Maupassant – tradotto da Lorena Lombardi, ci fa scoprire Montmartre, un ballo in maschera, dove un uomo mascherato si sente male e viene portato finalmente a casa da un medico e da alcuni portantini. Il problema è che la sua maschera lo fa sembrare un uomo giovane, ma in realtà si tratta di un uomo anziano, che ama gozzovigliare fino allo stremo, tornando poi a casa dalla moglie che lo accudisce devotamente, nonostante tutto. Il dialogo tra la moglie e il medico che accompagna a casa il vecchio festaiolo è a dir poco stravolgente.

Il quarto racconto – La maschera della Morte Rossa di Edgar Allan Poe – tradotto da Valentina Avallone – non ha bisogno di presentazioni. Poe è davvero un maestro del gotico e di racconti che rasentano l’orrore, quasi come Lovecraft, ma con un tocco di realismo quasi macabro e al tempo stesso coinvolgente. Questo è uno dei racconti più belli di Poe, secondo me. Il personaggio di Prospero e non solo, anche tutta la vicenda che lo circonda, lasciano al lettore un retrogusto amaro e al tempo stesso affascinante.

L’addendum è un racconto di José Echegaray, Le due maschere – tradotto da Isabel Anahi Arias – è brevissimo, si tratta di pochissime pagine, ma racchiude in sé l’essenza dell’ambiguità, perchè si presenta una maschera della follia e una dell’eternità, in una vicenda non troppo intricata, ma pur sempre suggestiva.

Che dire, ABEditore colpisce sempre nel segno. Questo era uno dei libri che mi mancava e che ho aggiunto alla mia collezione e vi assicuro che i racconti contenuti al suo interno sono davvero belli.

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