Home Saggi All’arme! All’arme! I priori fanno carne! – Alessandro Barbero

All’arme! All’arme! I priori fanno carne! – Alessandro Barbero

Di Lettrice Per Passione
7 min

Era da tanto che non leggevo un libro di Alessandro Barbero.
Ho colto l’occasione del Salone del Libro per acquistare il suo ultimo libro pubblicato con Laterza. Sono riuscita persino a farmelo autografare e a rivedere il Professore dopo tanto tempo.
Sì, perchè con Barbero la mia storia è iniziata ancor prima che diventasse così famoso.

Alessandro Barbero l’ho conosciuto quando ancora ero una matricola universitaria, quindi ormai vent’anni fa, praticamente, ed era “solamente” un professore all’Università degli Studi del Piemonte Orientale ed era stato invitato ad un convegno a San Miniato e un nostro professore ci aveva invitato a partecipare.
Da allora Alessandro Barbero è cambiato moltissimo nel suo modo di scrivere e di parlare.

Ha trovato il modo di attirare l’attenzione dei giovani, di farli interessare alla storia, parlando di eventi che possono risultare barbosi in maniera colloquiale, con qualche aneddoto divertente che si fonde con la serietà degli argomenti.
Questo suo modo di parlare non mi dispiace, ma io sono cresciuta, universitariamente parlando, con professori che avevano un’impostazione differente, anche perchè avevano e hanno – qualcuno è ancora vivo – un’impostazione accademica differente.

Questa differenza si vede anche negli scritti di Barbero. Se vi ritrovate a leggere il libro che parla dell’aristocrazia nella società francese del Medioevo, pubblicato nel 1987 prima e ripubblicato nel 2021 da Laterza, troverete un’impostazione differente dal libro che parla di Dante, uno degli ultimi pubblicati.

È il caso di questo suo nuovo libro, che ha visto la luce l’anno scorso e che io ho letto solamente ora. Vi dirò, ero un po’ titubante, proprio perchè mi è stato detto che il tono di questo libro non è accademico, ma colloquiale e questo, in Barbero come in altri storici, mi spaventa un po’, perchè bisogna essere capaci di utilizzare un tono colloquiale in un libro che parla di vicende realmente accadute, di fatti storici.

Il titolo di questo libro è decisamente curioso.
Viene da un grido che un orologiaio, una persona comune, una persona del popolo, che si è ritrovato a sistemare l’orologio di Palazzo Vecchio quando i Priori erano riuniti durante il periodo del tumulto dei Ciompi a Firenze, nel 1378, e ha sentito ciò di cui stavano parlando. L’orologiaio in questione ha pensato bene di tornarsene a casa e di uscire all’alba gridando: «A l’arme! A l’arme! I priori fanno carne! Armatevi, cattiva gente!» e di incitare così il popolo a insorgere.

Questo è solamente uno dei tanti aneddoti che Barbero racconta in questo libro, che parla di quattro rivolte importanti che si sono verificate tutte nel Trecento, in varie regioni europee. Abbiamo la rivolta della Jacquerie, in Francia, il tumulto dei Ciompi, l’insurrezione inglese e la rivolta dei Tuchini. Tutti eventi che si sono verificati nella seconda metà del Trecento. Un secolo importante, un secolo di guerre per l’Europa – basti pensare alla Guerra dei Cent’Anni; un secolo di eventi importanti, come la peste del 1348 che ha devastato il continente.

In questi contesti, Barbero ci parla delle vicende del popolo, non di quelle che si trovano sui libri di storia, quelle sono solamente un corollario alla sua narrazione, e qui sta il plauso che gli attribuisco, personalmente.
Barbero fa conoscere i fatti dalla parte del popolo, narrando vicende di violenza, di entusiasmo anche, di organizzazione di un popolo che è insorto, in più parti d’Europa, per far sentire la propria voce.

È un libro bello, breve, che si legge molto facilmente, proprio per il tono che viene utilizzato.
Devo dire che è stata una lettura molto bella, nonostante tutto.

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